Parrocchia Associazioni
Evangelizzazione Formazione
rapporti - appartenenze - tensioni
collaborazioni - problemi - progetti

Diocesi di Concordia-Pordenone
ACI - AGESCI

Istruzioni per l'uso

Il meeting di primavera 99 si propone di essere un evento di incontro/confronto di ACI e AGESCI sul tema dei rapporti associazioni-parrocchia.

L'evento prevede tre momenti:

  1. riflessione sul tema/problema da parte dei capi AGESCI e degli animatori ACI, a livello di CO.CA e di gruppi parrocchiali animatori (ottobre-dicembre 98)
  2. stesura - da parte di una commissione congiunta ACI-AGESCI e a partire dalle relazioni scritte delle CO.CA e dei Gruppi Animatori - delle tesi da discutere nel meeting
  3. meeting del 21 marzo:
    1. discussione delle tesi
    2. interventi di ``testimoni privilegiati''
    3. proposte finali
Il presente opuscolo serve come contributo alla riflessione.
Vengono proposte 4 aree di approfondimento:

Area di riflessione 1
La Parrocchia

    La parrocchia come comunità di vita, di evangelizzazione, di celebrazione, di esperienza di carità, di educazione cristiana ecc. ha una organizzazione e una tradizione plurisecolari.
    Pur restando ancora un punto di riferimento obbligato sotto tanti punti di vista, la parrocchia ha subito e subisce tutta una serie di scossoni; è attraversata da problemi di identità-appartenenza-organizzazione; si rivela - nella sua tradizionale organizzazione - solo in parte atta a sostenere i compiti che nel passato egregiamente svolgeva.
    La parrocchia è senz'altro in corso di ridefinizione (qualcuno sostiene che è tramontata per sempre). Ci si chiede che cosa vuol dire oggi ``fare/essere parrocchia'', se ci possono essere più tipi di parrocchie. Certamente la parrocchia non è solo un problema ecclesiale ma anche un problema ecclesiologico.

  1. cosa è oggi la parrocchia?
  2. cosa dovrebbe essere oggi la parrocchia?
  3. cosa fare per "fare parrocchia"?

Piste


Area di riflessione 2
Parrocchia e Associazione

    Sul tema parrocchia e associazione le opinioni e le proposte possono differenziarsi di molto a seconda che si parta dalla situazione esistente o da ciò che dovrebbe essere.
    Se partiamo dalla situazione di fatto, elencando non solo le sinergie in atto, ma anche le attese/pretese reciproche, gli eventuali equivoci, le possibili ``assenze'': si aprirà un terreno di confronto di notevole interesse ed la base per un dialogo promettente.
    Se, però, tentiamo anche di vedere quali risposte emergono ponendosi nell'ottica non dell'esistente ma di quello che dovrebbe essere (quindi di ciò che ci si impegna a costruire) le prospettive saranno ancora più interessanti, perché saremo costretti a rispondere a due grossi quesiti: per quale tipo di parrocchia l'Associazione intende impegnarsi? e come pensa l'Associazione di riempire di contenuto il ``fattore C'' (la cattolicità) che caratterizza la sua identità?

  1. cosa chiede la parrocchia all'associazione?
  2. cosa chiede l'associazione alla parrocchia

piste


Area di riflessione 3
Ministerialità - Associazione - Parrocchia

    La tematica e la problematica inerente i ministeri è vastissima. Semplificando al massimo chiamiamo qui ministeri i servizi che vengono svolti a pro della comunità ecclesiale e come cristiani.
    L'Associazione si presenta come una "organizzazione" con finalità, obiettivi, contenuti educativo/formativi, metodi e ritmi propri. Diciamo che non è - dentro il corpo ecclesiale - una struttura a parte, ma una organizzazione ``appartenente in autonomia''.
    Perché da una parte venga riconosciuta all'Associazione la sua ministerialità e dall'altra l'Associazione non intenda la sua legittima autonomia come indipendenza autosufficiente.
    Occorre individuare bene ciò che le compete come specifico, va quindi riconosciuto e favorito; perseguito e responsabilmente verificato.

  1. quale lo specifico ministeriale dell'associazione?
  2. la parrocchia conosce lo specifico ministeriale dell'associazione?
  3. quale ministerialità' viene di fatto attuata dall'associazione e quale riconosciuta dalla parrocchia?

piste


Area di riflessione 4
Attività/Organismi parrocchiali e Associazione

    Oggi appare sempre più chiaro che nessuno è capace di fare tutto e che la strategia vincente sta nel mettere insieme energie e competenze, più che nel ricercare una specializzazione sempre più spinta ed autosufficiente.
    La parrocchia si qualifica e si esprime anche attraverso attività e organismi che le sono propri (vedi per es. come attività quelle inerenti lo svolgimento dell'anno liturgico e le liturgie domenicali e, per gli organismi comunitari, il Consiglio Pastorale Parrocchiale).
    L'Associazione ha metodi, obiettivi, attività, relazioni sue proprie; ed ha una prassi di ricerca/programmazione/gestione comunitaria che costituisce un'esperienza spesso di grosso spessore e significato, che può tornare molto utile alla Parrocchia.

  1. quali contributi l'associazione dà e dovrebbe dare affinché le attività e gli organismi parrocchiali funzionino?

piste


Nota sui ministeri

Non pare inutile aggiungere alcune note tecniche sul concetto di ministero.
Lo facciamo per punti molto essenziali

  1. la Chiesa è compito di tutti e i battezzati sono la Chiesa. Partecipano alla comunione della Chiesa e alla sua missione;
  2. corresponsabilità: tutti i battezzati sono corresponsabili, ciascuno secondo la sua vocazione e i suoi doni; tutti i membri della comunità parrocchiale sono chiamati a prendere parte alla vita e alla testimonianza della parrocchia;
  3. collaborazione: nel quadro della corresponsabilità di tutti, si inserisce la collaborazione più specifica di alcuni;
    1. innanzitutto la collaborazione dei ministri ordinati: i vescovi, i sacerdoti i diaconi. Questi per il sacramento dell'ordine sono stati contrassegnati in tutta la loro persona e per tutta la vita da un dono di Dio; sono stati scelti, consacrati e inviati per essere il sacramento di Cristo capo, vero pastore e servo per eccellenza e per riunire il popolo di Dio. La collaborazione di tali ministri si fonda sul sacramento dell'ordine;
    2. sono collaboratori (non semplicemente corresponsabili) altri fedeli laici che hanno le qualità richieste per compiere un ministero, esercitare un ufficio o assumersi un incarico;
  4. ministero/ufficio/incarico sono tali quando vengono attuati per mandato della Chiesa: chierico o laico, un fedele in Cristo non si invia da sé al servizio della Chiesa: è sempre inviato. In senso stretto, quindi, si può parlare di ministero/ufficio/incarico quando si agisce non semplicemente in nome della propria fede, ma in nome della Chiesa (per es. vado a trovare gli ammalati ed esercito il carisma/dono della consolazione; ci riesco benissimo! diversi ammalati della parrocchia sono contentissimi! Non è ancora un ministero/ufficio/incarico. Lo diventerà quando il parroco mi inviterà a visitare gli ammalati a nome della comunità parrocchiale)!
  5. talvolta si riserva il termine ministero ai fedeli ordinati; mentre si designano gli incarichi affidati ai laici con l'espressione ``servizi di Chiesa''.
  6. nel Codice di Diritto Canonico si distingue, oltre i ministeri in senso stretto, tra
    1. ``munera'': incarichi, funzioni, compiti con una sfumatura di responsabilità e di dovere che designano un a attività in qualsiasi ambito della vita ecclesiale (liturgico, pastorale, amminitrativo ecc.);
    2. ``officia'' uffici ecclesiastici : gli incarichi, costituiti stabilmente (...) da esercitarsi per un fine spirituale; è di competenza del Vescovo istituirli e assegnarli;

Nota sulla parrocchia
(alcune indicazioni dal punto di vista del Diritto Canonico)

  1. la parrocchia viene definita (CIC can 515, 1) come ``una determinata comunità di fedeli che viene costituita stabilmente nell'ambito di una chiesa particolare (diocesi), e la cui cura pastorale è affidata, sotto l'autorità del vescovo diocesano, a un parroco quale suo proprio pastore''.
  2. la parrocchia ha delle caratteristiche proprie, che ne costituiscono la specificità. Sono essenzialmente tre:
    1. è costituita stabilmente nell'ambito di una diocesi (ed è quindi parte di una diocesi);
    2. è eretta dal vescovo; non dipende quindi dalla vita associativa nella Chiesa.
      La sua creazione non proviene dalla volontà dei fedeli, né dall'esercizio del loro diritto di associazione nella Chiesa. Non è quindi una comunità associativa, ma una comunità cosiddetta gerarchica.
      (le comunità associative sono create liberamente dai fedeli in funzione degli scopi e delle aspirazioni dei membri dell'associazione che volontariamente vi aderiscono.
      Le comunità gerarchiche sono costituite dall'autorità pastorale in seguito a criteri di appartenenza oggettivi)
      .
  3. la parrocchia è, quindi, una struttura costitutiva della organizzazione diocesana. Essa realizza nei limiti del suo territorio la missione della Chiesa per tutto ciò che è essenziale della funzione pastorale, e per tutti i fedeli della comunità, quelli che hanno il loro domicilio nella parrocchia affidata al parroco.
  4. il parroco è ``pastore proprio'' della comunità parrocchiale, sotto l'autorità del vescovo diocesano. Ha diritti e doveri ben precisi e ben indicati nel Codice di Diritto canonico.

Nota sugli Organismi Parrocchiali

  1. Come ogni comunità ecclesiale, la parrocchia è essenzialmente sinodale: è cioè costituita dal concorso o dalla convergenza (dal greco syn-odos) di tutti i battezzati. Corresponsabilità e sinodalità sono i due volti della realtà ecclesiale.
    La corresponsabilità è differenziata, la sinodalità è plurale: ciascuno vi gioca il suo ruolo e può avere la sua parola da dire. Tutti sono invitati a mettersi in ascolto degli altri, a discernere insieme le scelte pastorali e ad attuarle, ciascuno per la sua parte.
    È al ministro ordinato che spetta di radicare queste scelte nell'apostolicità della Chiesa, di vigilare sulla comunione ecclesiale e di inviare nel nome del Signore.
    Il Parroco non fa tutto nella parrocchia, perché non ha tutti i carismi; provvede piuttosto a che tutto si faccia.
    Né deve dire tutto: deve piuttosto darsi da fare perché ciascuno trovi il suo posto e prenda la sua parola.
  2. Strumenti della corresponsabilità e della sinodalità previsti dal Codice di diritto canonico sono:
    1. il Consiglio Pastorale Parrocchiale (CIC c. 536, 1-2) è presieduto dal parroco; in esso i fedeli, insieme con coloro che partecipano alla cura pastorale della parrocchia in forza del proprio ufficio, prestano il loro aiuto per promuovere l'attività pastorale.
      Ha solo voto consultivo ed è retto dalle norme stabilite dal vescovo diocesano.

      (i ``fedeli'' che fanno parte del Consiglio dovrebbero più che ``rappresentare'' in termini strettamente democratici, riflettere i diversi aspetti, la diversità sociale e culturale, i diversi ambiti della comunità, come anche gli impegni apostolici individuali e i diversi servizi o movimenti di apostolato organizzato).
    2. il Consiglio Parrocchiale per gli affari economici (CIC can. 537) è retto, oltre che dal diritto universale, dalle norme dal vescovo diocesano. In esso i fedeli, scelti secondo le medesime norme, aiutano il parroco nell'amministrazione dei beni della parrocchia, fermo restando il disposto del can. 532.
      Il Consiglio per gli affari economici è prescritto dal diritto canonico; ciò fa sí che in nessun caso il parroco possa amministrare da solo i beni e le finanze della parrocchia di cui ha cura.

NOTA: per le note ci si è rifatti a:
Borras Alphonse, La Parrocchia. Diritto canonico e prospettive pastorali, EDB, 1997.


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