Una Bozza di progetto per un uso attivo e responsabile della
telematica nell'AC della diocesi di Concordia-Pordenone
di Marco Gaiarin
Questo documento mi è stato espressamente chiesto dal settore giovani
della mia AC diocesana (Concordia-Pordenone).
Ma credo che queste ``linee guida'' potrebbero essere utili ad altre
Diocesi, o ad altre associazioni: in fondo non è che un tentativo di
approccio graduale, etico, responsabile all'utilizzo delle nuove
tecnologie in un ambito locale.
1 Un cambiamento culturale
Tutte le innovazioni provocano, chi piú, chi meno, un cambiamento
culturale.
Basta portare l'esempio dell'automobile come mezzo di trasporto di
massa, o della televisione.
Per la telematica questo è ulteriormente accentuato, visto che è un
mezzo di comunicazione (e quindi tocca una delle dimensioni principali
dell'uomo, il suo essere ``comunicazione''), ma soprattutto è un mezzo
di comunicazione perfettamente bidirezionale, in cui sono difficilmente
individuabili ``centri'' di diffusione, verticismi, gerarchie.
Chiaramente la telematica pone anche ``problemi nuovi'' al comunicare:
le accuse che gli vengono mosse, soprattutto, sono quella di
``accelerare'' ulteriormente i tempi della nostra già frenetica vita,
e quella di isolare, alienare, invece che unire.
Convinto che la telematica sia comunque un media intrinsecamente
positivo (altrimenti non starei qui a scrivervi! ;-), mi sento quindi
di definire degli atteggiamenti base, quasi dei ``paletti'', per un
suo buon uso.
1.1 L'importanza del locale
La telematica è nata per unire le comunità: anzi, ogni mezzo di
comunicazione è nato per... mettere in comunicazione le persone!
Sembra banale dirlo, ma assuefatti ad un certo tipo di televisione,
ormai niente è piú ovvio!
Io penso che la telematica non sia una nuova appartenenza (magari quella
dei disadattati, degli hacker, dei pedofili...), ne un semplice nuovo
media, ma un nuovo ``luogo'' da abitare, una nuova città dell'uomo che
si ``sovrappone'' alla nostra città (e che in un prossimo futuro,
dicono, potrebbe coincidere...).
Se la telematica è un nuovo modo di essere comunità locale non può
alienare.
Nel grande mare di Internet (se ci si naviga... ;))) non dobbiamo
sentirci tutti navigatori solitari, non è questa la vera etica della
Rete!!!
Non facciamoci ``fregare'' da chi sbandiera Internet come nuova
vetrina colorata in cui bisogna essere presenti, o la telematica
come nuova foresta vergine e selvaggia da esplorare (o da conquistare,
bruciare e poi coltivare a patate... ;-((( ).
1.2 La fretta è una cattiva consigliera...
Non credo che la telematica, intrinsecamente, serva ad accelerare i
ritmi di vita. Come non credo che serva a ``risparmiare tempo''.
Buona parte della frenesia con cui viene accompagnata ha sicuramente
origine dal ``mercato'' e dalle sue leggi (quelle si frenetiche!).
È il mercato che vuole che noi consumiamo sempre di piú!!!
Resta invece il problema della ``mole informativa'' a cui un utente
della telematica è sottoposto (bombardato?!).
Questo è un problema molto serio, ormai l'informazione è talmente
ampia, abbondante, rapida che è difficile giostrarsi, capire, cogliere
molte volte il senso.
Credo che anche in questo caso tocchi alla comunità locale agire da
``filtro'' per il bombardamento mediatico: senza la tentazione di
``predigerire'' tutto (la famosa ``pappa pronta''...), ma con l'unico
scopo di fare una scelta delle fonti informative; scelta non
statica ma dinamica, compiuta attraverso una base di valori
condivisi.
Se ci pensate sono tutte cose che una comunità fa già, implicitamente:
basta semplicemente ``trasportare'' questi concetti nella nuova
realtà.
1.3 Gradualità
Mi fa un po' ridere chi prevede per i prossimi anni che il computer e
la telematica anche sui pali delle vigne... lasciamo stare questa
gente, noi abbiamo altri Profeti da seguire!
La realtà è che ci aspettano parecchi anni di ``transizione'', in cui
vecchio e nuovo dovranno convivere pacificamente e proficuamente.
Qui l'unico rischio è quello di generare ``esclusi'' (rischio generale,
tra l'altro, non solo dell'AC), o comunque animatori di serie A (con
computer e modem) e di serie B (con la bicicletta e basta ;).
Questa secondo me è la sfida ``tecnica'' piú alta che ci aspetta. I due
sistemi devono convivere, devono interagire e soprattutto non devono
intralciarsi. Mica facile!
2 Due piste di lavoro
Per me sono individuabili essenzialmente due piste di lavoro, due
grandi ``filoni''.
2.1 Organizzare i flussi informativi
Ovvero passare da una concezione delle informazioni come pura
``stampella'' delle attività, una sorta di ``supporto puntuale'' di una
data iniziativa (punto nell'asse del tempo), alle informazioni come flusso
organizzato (storia?!) di eventi e collegamenti, intrecciati tra
loro.
Qui occorre praticamente rivedere la produzione di documentazione in
diocesi, cercando di costruire non un insieme di fogli, ma una serie di
documenti collegati tra loro, cercando di condividere il piú possibile
l'informazione (sia interna che proveniente dalle fonti informative
esterne) senza duplicarla ogni volta.
Si potrebbe iniziare semplicemente utilizzando un formato comune per la
scrittura della documentazione (HTML sarebbe perfetto), magari poi
arrivando a progettare un vero e proprio ``workflow informativo'', una
specie di mappa della documentazione diocesana in cui poi è facile
aggiungere nuovi tasselli.
2.2 Comunicare elettronicamente
Ovvero passare dalla telematica come mezzo alla telematica come luogo
di incontro.
Non il luogo di incontro per antonomasia, ma uno dei tanti
luoghi di incontro in cui dialogare, coordinarsi, scambiarsi
efficacemente le informazioni.
Anche qui si potrebbe partire con una semplice sostituzione di fax e
posta normale per il dialogo con le parrocchie/zone, fino alla
realizzazione di vere e proprie commissioni di lavoro che si incontrano
per la maggior parte in via telematica (cosí quelli della bassa e della
alta non stressano piú! ];-))).
3 Suggerimenti pratici
Non ne ho molti, ma questi sono per me importanti...
- Procedere gradualmente, per ``esperimenti'': una cosa
banale, lo ammetto, ma è bene ribadirla.
Ottimi esperimenti potrebbero essere la ristrutturazione in
versione ipertesto del giornalino diocesano ``ACCanto'', oppure
un campo con alcune giornate su questo tema, o una festa.
- Creare un gruppo di supporto tecnico: a dir la verità
questo gruppo esiste già, ed è la lista ac-pn@fender.ing.uniud.it
a cui siamo iscritti in 6-7 persone.
Occorrerebbe rinfoltirlo, dargli qualcosa di pratico da fare; è
da notare che potrebbe essere anche costituito in parte da
giovanissimi, che in queste cose ne sanno quasi piú di noi.
Comunque niente deleghe, questo gruppo non deve
diventare il gruppo degli ``sguatteri informatici'' che devono
impaginare quello o scrivere quell'altro: il flusso informativo
deve attraversare tutta l'associazione, non crollare in testa a
dieci persone.
- Si potrebbe invece da subito oliare per bene i canali associativi
per vedere di recuperare vecchi 286/386 con modem (basta un 2400
baud per lo scambio di messaggi attraverso la BBS) che poi
potrebbero essere prestati ai coordinatori di zona sprovvisti.
- Vista la nascita di una collaborazione tra AC e AGESCI,
potrebbe essere una buona occasione per creare anche un
collegamento telematico (magari anche con la consulta), oppure
potrebbe essere invitato a portarci la sua esperienza un
appartenente a ScoutNet, la rete telematica del movimento scout
mondiale che esiste ormai da parecchi anni ed è ben radicata in
Italia (chiaramente niente in FVG ;((( ).
4 Risorse e disponibilità
L'AC può contare nella associazione
Leandes di Pâs (di cui sono presidente ;) per una iniziale fase di
formazione alla realizzazione di ipertesti, mentre può contare sulla
BBS di Pordenone (di cui sono Sysop ;)) per una efficace comunicazione a
livello locale, senza ricorrere ad abbonamenti ad un provider di
servizi internet, in maniera gratuita e maggiormente efficiente.
Credo che una prima fase di formazione ``dall'esterno'' occorra, poi il
gruppo di supporto tecnico potrebbe continuare in maniera autonoma.
L'associazione ``Leandes di Pâs'' mette anche a disposizione spazio sul
proprio sito web, anche se occorrerebbe fare attenzione al fantomatico
progetto top-secret (ops...) di informatizzazione della curia...
Per l'hardware e il software non ci sono particolari esigenze. In fondo
un ipertesto è un semplice file di testo come questo che sto scrivendo
ora, e un 8086 potrebbe essere sufficiente.
Il problema reale è il ``nodo'' dove l'informazione deve essere
organizzata e strutturata, ma ora come ora non vedo esigenze
particolari (non serve un P233MMX con 64MB di ram e FrontPage per fare
una strutturazione seria dell'informazione!).
5 Bibliografia
Per non smentirmi, andatevi a vedere la sezione relativa della CTAC-Map.
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