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Un bambino particolare...

Da subito si capisce che non sarei stato un bambino normale, a 2 mesi finisco sotto la tenda ad ossigeno per una broncopolmonite, alle elementari finisco sotto stretta sorveglianza per una sospetta leucemia, nonche' un basso tasso di piastrine mi provocano continue fuoriuscite di sangue dal naso...

Come tutte le cose, questa non felice situazione mi porta stimoli e scelte.

Costretto dal dottore, devo passare almeno un mese all'anno in montagna sopra i 1000M. Viste le non felici condizioni economiche della famiglia, io, mia sorella Maria Luisa e mia mamma (i miei sono separati) finiamo a BoscoChiesaNuova, sui monti lessini a Verona, in una casa dei Stimmatini (che si sa, sono preti ghibellini!!!).

Li, oltre a diventare un provetto cacciatore di funghi, entro in contatto con una Chiesa viva, aperta ai giovani e ai bambini, missionaria, attiva, sveglia, ...

Insomma, il bambino Marco incassa un colpo tale che ormai la sua vita è segnata ;-)

Una famiglia sulla strada

Sarà che mia mamma veniva fuori da tutti quei movimenti cattolici pre e post concilio, che lo hanno stimolato e non lo hano trasformato lettera morta, ma da subito i due piccoli Gaiarin finiscono "sulla strada".

Mia sorella partecipa a quel gran convegno a Roma che ha praticamente ``rilanciato'' l' Azione Cattolica Italiana nel mondo, tirandola fuori da quello che era il suo ruolo di ``fabbrica'' dei giovani democristiani. Vi ricordate? Quella con ``c'è un piano, che forte che è...''

Io, ovviamente, finisco negli SCOUT AGESCI. L'esperienza quasi mi traumatizza, io, deboluccio e solitario, gettato a piè pari in una esperienza "forte" come quella scout, ne ricevo un contraccolpo, che, come quasi tutte le cose della vita, serve a svegliarmi.

Intanto mia sorella, che si sta sempre più avvicinando all'AC, incomincia a fare dei campi parrocchiali, a cui partecipo. Io, che sto affinando in quegli anni il mio nascente senso critico, faccio ovviamente confronti con gli SCOUT. Divento in breve la pecora nera del reparto. Arrivo anche a entrare in AC, con tanto di doppia tessera e cappellino SCOUT agli incontri AC e maglietta AC agli incontri SCOUT

Finisco per mia volontà in un istituto tecnico, per diventare Perito Informatico. Prima di allora avevo avuto solo un rapporto di amore-odio con il mio VIC20, che usavo solo per giocare. Da quel momento, il computer diventa per me una cosa fondamentale.
Dal punto di vista umano, quasi ci guadagno. Una classe compatta, dei professori in gamba, ancora non mi fanno pentire, e mi fanno arrabbiare contro chi decanta la presunta superiorità dei licei.

Come tutti gli adolescenti comincio a interessarmi di musica, e quasi subito passo a Dalla, Guccini, de Gregori, de Andrè, Bennato. Arrivo ad ascoltare Claudio Lolli e gli Inti Illimani.

Oddio Marco, non e' che stai diventando...

Una scelta precisa

Tutto procede più o meno liscio fino ad una data fatidica. Febbraio del '91. La Guerra del Golfo, o Terza guerra mondiale, come mi piace chiamarla.
Più che sconvolgermi a livello "di pelle", provocare in me ribrezzo, la Guerra del Golfo mi prende, mi rovescia come un calzino.

Vengo catapultato in un mondo per me sconosciuto: incontri, laboratori, marce della pace, campi...

Finisco in men che non si dica a Verona, ad Arena 4, manifestazione organizzata da Beati i Costruttori di Pace, una specie di fulmine a ciel sereno.
Da qui è un attimo ad entrare in contatto con Avvenimenti e Mosaico di Pace due riviste (ma e' un termine altamente riduttivo) che ancora rappresentano tanto per me.

Le scelte incominciano a farsi chiare.
Vado alla visita di leva con Il Manifesto sotto braccio, ostento la mia scelta di Obiezione di Coscienza e ovviamente me le sento, tutto contento.
Le idee politiche si affermano, complice un smagliante Leoluca Orlando e la sua Rete che mi fanno innamorare della politica, che prima, come tanti d'altronde, consideravo solo una cosa sporca e da allontanare.
Avvenimenti e le sue inchieste mi fanno capire dove vivo, che pericoli corro in questa Italia; Mosaico di Pace mi apre le porte della riflessione, dell'approfondimento.

La scelta di fare Ingegneria informatica nasce come continuità, con l'obbiettivo di poter inserirsi da subito nel campo di Informatica&Handicap. Resto deluso quando scopro che all'università ti chiedono di studiare e basta, e che non hai tante possibilità di impegnarmi su quel campo. La prospettiva di "fare poi" mi lascia l'amaro in bocca, resto deluso e incomincio a perdere terreno...

To be continued...


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